ASSOCIAZIONE TRAPIANTATI ORGANI OdV REGIONE
PUGLIA
A I S F - ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LO STUDIO DEL FEGATO
Misure individuali per la prevenzione della infezione da
coronavirus in pazienti con malattie croniche di fegato
Il coronavirus responsabile di COVID-19, si
trasmette per via aerea, attraverso le goccioline emesse con la
respirazione, il parlare e ancor più con la tosse. Il virus può
persistere alcune ore sulle mani o sulle superfici.
Non esiste il vaccino; pertanto la profilassi si basa
sull’evitare il contatto diretto con persona infetta o
indiretto, attraverso mani e superfici contaminate. Il periodo
di incubazione (periodo tra primo contatto con il virus e
sviluppo di sintomi) è tra 3 e 14 giorni; le persone contagiate
possono restare asintomatiche ma comunque rilasciano il virus.
L’infezione da coronavirus determina malattia più grave nelle
persone anziane e in coloro che soffrono di patologie croniche.
Premesso che le disposizioni emanate dalle Autorità Sanitarie
vanno seguite attentamente, e che i soggetti con malattia di
fegato compensata, di qualunque etiologia, non vanno considerati
come pazienti a più elevato rischio di COVID19, queste note
richiamano alcuni aspetti particolari che riguardano i pazienti
con cirrosi epatica scompensata ed i pazienti in terapia
immunosoppressiva come i trapiantati di fegato.
1. Non uscire da casa. Evitare il contatto anche occasionale con
persone che non siano familiari conviventi (amici, parenti,
vicini). Nel caso sia necessario uscire, evitare luoghi tuttora
molto frequentati, come i supermercati. Lavare accuratamente le
mani appena rientrati in casa.
2. Il familiare convivente che presenti sintomi
simil-influenzali deve indossare la mascherina chirurgica per il
periodo di durata di tali sintomi. Se tali sintomi persistono,
consultare telefonicamente il proprio medico curante.
3. Gli accessi in ospedale, vanno evitati, a meno di condizioni
di reale emergenza. Parimenti evitare di recarsi in ambulatori o
laboratori di analisi; si ricorda che la validità dei piani
terapeutici è stata prorogata oltre la scadenza, pertanto non
occorre
recarsi presso le strutture accreditate per il rinnovo.
4. Continuare ad assumere i farmaci abituali prescritti dallo
specialista epatologo o dal proprio medico curante; non vi sono
controindicazioni in relazione alla epidemia da coronavirus.
5. La malattia di fegato, sulla base dei dati disponibili, non
controindica nessuno dei trattamenti in atto disponibili per il
trattamento dell’infezione da coronavirus responsabile di
COVID19.