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Oggetto: Sanità in Puglia - Afflitti da diabete ed epatite C

 



Sanità in Puglia - Afflitti da diabete ed epatite C
Fonte La Gazzetta del Mezzogiorno -





Pugliesi afflitti da diabete ed epatite C
 

I dati: l'epatite C interessa il 7-10% della popolazione, con punte a volte anche superiori. Riguardo al diabete, nella regione ne soffrono in 100 mila; il 90% è affetto da diabete di tipo 2 
 

BARI - In Puglia la diffusione dell'epatite C è alta rispetto ad altre zone e interessa circa il 7-10% della popolazione con punte a volte anche superiori. Il dato - informa una nota - è stato diffuso nel corso di un convegno sulla malattia cominciato oggi a Bari e che si concluderà sabato prossimo, organizzato dalla clinica di malattie infettive dell'Università di Bari.

L'epatite C - prosegue il comunicato - «è la causa principale di cirrosi e epatocarcinomi; studi multicentrici su questa patologia hanno infatti dimostrato che nel nostro paese il virus C da solo o in combinazione con altri fattori (alcool, epatite B) è presente nel 72.1% delle cirrosi e nel 76% degli epatocarcinomi.

Fondamentale per curare chi soffre di epatite C, ed evitare la diffusione della malattia - è stato ribadito - è la corretta prevenzione e diagnosi precoce dell'infezione» mentre «la ricerca è impegnata nello sviluppo di nuovi farmaci antivirali che si dimostrano già in grado di inibire la replicazione del virus».

Il virus dell'epatite C (Hcv) è un virus multiforme che rappresenta nel nostro paese la causa più frequente di malattie epatiche e di trapianti di fegato. Importante è riconoscere in tempi precoci la malattia quando il soggetto è ancora asintomatico, in modo che vengano messe in atto tempestivamente strategie terapeutiche efficaci e personalizzate per evitare rischi e complicanze.

In particolare - prosegue la nota - per i pazienti affetti da Hcv genotipo 2/3, la terapia a 24 settimane registra un'efficacia comparabile al regime terapeutico di 48 settimane e permette una risposta virologica sostenuta nel 93% dei pazienti con genotipo 2 e nel 79% genotipo 3, accompagnandosi ad una maggiore tollerabilità».

Le acquisizioni scientifiche nel campo della terapia sono in continua evoluzione. Sono in studio farmaci antivirali: in particolare un nuovo inibitore della proteasi (identificato con la sigla Sch6), attualmente in fase di ricerca, si è dimostrato un
potente inibitore della replicazione in vitro del virus dell'epatite C.

La conoscenza dei meccanismi virologici e immunologici responsabili della persistenza dell'infezione del virus dell'epatite e i risultati finora ottenuti lasciano sperare in una messa a punto futura di un vaccino.

Importante - conclude il comunicato - resta comunque la prevenzione della diffusione del virus, la sensibilizzazione dei cittadini a corretti stili di vita per evitare il contagio (è sufficiente adottare una serie di precauzioni come non scambiare spazzolini da denti, forbici, rasoi, evitare scambi di sangue, ed attenzione a piercing e tatuaggi) e la tempestiva diagnosi. 



 

 

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