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UN FARMACO BIOMOLECOLARE CHE AFFAMA IL TUMORE AL FEGATO

 

 

Aumenta la sopravvivenza nel 44% dei pazienti trattati.

 

E' rimborsabile dal Servizio sanitario nazionale, il primo farmaco biomolecolare per i pazienti colpiti da epatocarcinoma,. Il sorafenib, una molecola gia' utilizzata nei pazienti affetti da tumore del rene da luglio è disponibile anche per quelli con cirrosi lieve o moderata e con cancro del fegato avanzato non sottoponibile ad altre terapie. Secondo Antonio Gasbarrini, epatologo e gastroenterologo, nonche' docente di medicina interna al policlinico Gemelli di Roma questa nuova arma contro l'epatocarcinoma "blocca le cellule tumorali e 'affama' la neoplasia inibendone l'angiogenesi. ".

 

Il tutto "senza produrre effetti tossici per il fegato, problema principe per i farmaci sperimentati per questa neoplasia dato che tutto 'passa' attraverso il fegato, medicinali compresi".

 

Tra gli effetti collaterali figurano manifestazioni cutanee, vomito, diarrea, astenia o perdita di peso. Il via libera per l'uso del sorafenib, in Italia e negli altri Paesi che hanno dato il disco verde alla molecola, arriva a seguito di un trial internazionale, denominato Sharp, condotto in 22 Paesi su 602 pazienti con epatocarcinoma in stadio avanzato, e a cui hanno partecipato anche 13 centri italiani.

 

I risultati della ricerca, pubblicati sul New England Journal of Medicine, mostrano un aumento della sopravvivenza del 44% in piu' per i pazienti trattati con il primo farmaco biomolecolare in uso per questa neoplasia.

fonte sanità news 24 - 07 - 08

 

 

 

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