Il 26 gennaio 2017 esce nelle sale Italiane il film
(Réparer les vivants)
Un film di Katell
Quillévéré
con
Tahar Rahim, Emmanuelle
Seigner, Anne Dorval
Bouli Lanners, Kool Shen,
Monia Chokri, Alice Taglioni,
Karim Leklou Alice de
Lencquesaing, Finnegan Oldfield,
Théo Cholbi, Gabin Verdet
e Dominique Blanc
Tratto dall’omonimo
romanzo di Maylis de Kerangal,
pubblicato in Italia da Feltrinelli
Francia Belgio – 2016 – 104 min. – Scope
DISTRIBUZIONE ITALIANA:
ACADEMY TWO
USCITA ITALIANA: 26 GENNAIO 2017
SINOSSI
Tutto inizia all’alba, il mare agitato e tre giovani surfisti. Qualche ora dopo,
sulla strada verso casa, avviene l’incidente. Ormai attaccata alle macchine di
un ospedale di Le Havre, la vita di Simon è solo un’illusione. Nel frattempo a
Parigi, una donna aspetta il trapianto provvidenziale che potrà salvarle la
vita…
NOTE DI REGIA
Ho scoperto il romanzo di Malys de Kerangal quando è uscito, nel 2014 a Gennaio.
Mi ha catturato immediatamente, non riuscivo a smettere di leggerlo ed ero
completamente trascinata dalla storia che racconta. Il trapianto di un cuore da
una persona ad un’altra, oltre la drammaticità del gesto, pone una serie di
interrogativi di natura scientifica, medica e filosofica. Sono sempre stata
affascinata dagli elementi contrapposti, da un lato il progresso della medicina
moderna e le tecniche sempre più sofisticate di intervento sul corpo umano e
dall’altro una questione vecchia come il mondo: cos’è la morte, dove finisce la
vita e in quali parti del nostro corpo è simbolicamente collocata…
La tragedia che capita al ragazzo mi ha fatto pensare al bisogno profondo che
ognuno di noi ha di trasformare l’oltraggio e il dolore che la morte ci ha
costretto a provare, di definire la natura immutabile della nostra
condizione.Suzanne, la protagonista del mio secondo lungometraggio, era stata
colpita dalla perdita, prima della madre, poi della sorella. Era alla ricerca
disperata della resilienza. Oltre il dolore, nonostante gli alti e i bassi della
vita, Suzanne trova la sua strada e l’istinto di sopravvivenza prevale. Durante
l’adattamento del romanzo per lo schermo, ho scelto di rimanere fedele alla sua
apertura, al suo percorso verso la luce, lo stesso che ho cercato di seguire
come regista, così che il film potesse essere un’ode alla vita.
Per ottenere questo, Tarault ed io abbiamo sentito il bisogno di rendere più
consistente il carattere della donna che riceve il cuore. Le persone che sono in
lista d’attesa per un trapianto sono travolte dalle emozioni e dai dubbi. Le
persone che hanno affrontato un trapianto ti raccontano che anche se
l’intervento è andato perfettamente, è estremamente complicato affrontare
l’impatto emotivo e psicologico di un trapianto. Ricevere l’organo di una
persona deceduta costringe a quantificare la propria voglia di vivere. Claire è
terrorizzata dal trapianto ma allo stesso tempo vuole salvare la sua vita.
Confida nei figli e nel chirurgo per superare le proprie paure.Malys de
Kerangual descrive il suo romanzo come una “chanson de geste”.
La donazione degli organi non è un fatto puramente organico, coinvolge anche
elementi sacri. Sono sempre stata interessata al significato di sacro e ho
cercato, già dal mio primo film Un poison violent, il modo di tradurlo in
immagini, di renderlo visibile sullo schermo. C’è sempre una sensazione di
trasgressione quando guardi sotto la pelle, che è la nostra frontiera naturale,
la protezione della nostra identità. La chirurgia viola quella barriera sacra,
nello spazio chiuso della sala operatoria, seguendo una missione, salvare una
vita. Ma come regista in che modo posso chiedere allo spettatore di accettare
delle immagini potenzialmente così dirette e brutali. È affascinante la sfida di
illustrare attraverso queste immagini, momenti come quelli, quando si è in
sospeso tra la vita e la morte, e il triviale incontra il sacro.
Maylis de Kerangal si muove con grazia da un personaggio all’altro nel suo
romanzo, esplorando la vera essenza di ognuno, senza rischiare di perdere il
filo della sua storia. Tale libertà è prerogativa della pagina scritta. Il
cinema impone una serie differente di costrizioni che hanno comunque il merito
di permetterti di focalizzare su quello che desideri filmare.Quando penso alla
realizzazione di questo film, quello che spero di trasmettere più di tutto è la
sensazione metafisica del movimento di un essere vivente, rendere il flusso
senza soluzione di continuità del sangue che circola nel corpo umano. Un cuore
smette di battere in un corpo per prolungare la vita di un altro…