Domenica 28 luglio è la Giornata
Mondiale contro l’Epatite, una malattia in regressione che però
interessa tutt’oggi 300
milioni di persone al mondo. Moltissimi malati, soprattutto
nelle aree più povere del pianeta, restano senza
diagnosi e quindi senza cure.
Con questo trend milioni di persone continueranno a soffrire e milioni di
vite si perderanno. Per questo “Find
the missing millions” è lo slogan scelto dalla World Hepatitis
Alliance per la campagna del World Hepatitis Day 2019, affinché milioni di
malati che non sanno di essere affetti da una forma di epatite, abbiano la
possibilità di curarsi e sconfiggere la malattia.
Giornata Mondiale contro l’Epatite: tre virus responsabili della malattia
La data del 28 luglio,
scelta per celebrare annualmente la Giornata Mondiale contro l’Epatite, è stata
fissata in onore di Baruch Samuel Blumberg, biochimico
statunitense, vincitore del Premio Nobel per la medicina nel 1976 per le sue
scoperte sul virus dell’epatite B e gli studi per lo sviluppo del primo
vaccino antiepatite.
Blumberg nacque proprio il 28 luglio, era il 1928, e spese la sua vita nella
ricerca di nuovi meccanismi sull’origine e la diffusione delle malattie
infettive. Sono diversi i virus possono che provocare epatiti. I
principali sono i virus dell’Epatite A (HAV), B (HBV) e C (HCV).
L’epatite A si trasmette per via oro-fecale e non
cronicizza mai. Al contrario, i
virus delle epatiti
B e C,
si trasmettono attraverso liquidi biologici, quali
sangue e suoi derivati, sperma e liquidi vaginali infetti e
anche da madre infetta al neonato al momento del parto e tendono a
cronicizzare provocando nel tempo cirrosi e tumore
epatico.
Le epatiti B e C sono considerate ancora oggi una
minaccia per la salute pubblica. L’anno scorso, l’Organizzazione Mondiale
della Sanità ha fissato il tema “Eliminare
l’epatite”, con l’obiettivo di ridurre, entro il 2030, il 90% delle nuove
infezioni e il 65% della mortalità. Attualmente esistono vaccini
contro l’epatite B e farmaci efficaci per curare l’epatite C: l’eliminazione
dell’epatite virale è pertanto un obiettivo realizzabile.
Giornata Mondiale contro l’Epatite, la situazione in Italia e nel mondo
In Italia l’incidenza dell’epatite B, negli ultimi decenni, è
progressivamente diminuita
grazie, soprattutto, alla strategia
di vaccinazione, che ha creato una coorte di soggetti
immunizzati fino ai 35 anni, riporta il Ministero della Salute.
Il trend in diminuzione è proseguito negli ultimi 10 anni: l’incidenza è
passata da 1,6 casi per 100.000 abitanti nel 2006 a 0,7 nel 2015, con più
evidente riduzione nel gruppo ≥25 anni, grazie al crescente numero di
immunizzazioni. Anche l’epidemiologia dell’epatite C è cambiata negli ultimi
decenni, con una progressiva diminuzione
dell’incidenza dovuta soprattutto alle migliorate condizioni igieniche,
maggiore consapevolezza delle modalità di trasmissione, sistemi di
prevenzione e screening per le trasfusione e le procedure sanitarie.
L’incidenza è passata da 0,5 casi per 100.000 abitanti nel 2006 a 0,2 nel
2015.
Secondo le ricerche dell’Oms, la prevalenza globale di infezione
da Epatite B nella popolazione generale, è del 3,5% (ultimi dati
2015). La
proporzione delle persone affette varia a seconda della fascia di età,
la prevalenza rimane alta nelle coorti di nati prima che il vaccino fosse
disponibile. Attualmente, grazie all’uso diffuso del vaccino, si registra,
tra i bambini sotto i 5 anni di età, una bassa incidenza di infezione
cronica da HBV.
Le ricerche
sull’Epatite C evidenziano da parte loro che l’incidenza di
infezione legata a questo virus è diminuita dalla seconda metà della 20°
secolo. Tuttavia, le stime suggeriscono che nel mondo, nel 2015, c’erano
ancora 1,75 milioni di nuovi casi di infezioni (tasso di incidenza globale:
23,7 per 100.000 abitanti). Aree
ad alto tasso di infezione si trovano nella regione del Mediterraneo
orientale (62,5 per 100.000 persone) e nella regione europea
(61,8 per 100.000).
Fonte: paginemediche.it
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