ASSOCIAZIONE TRAPIANTATI ORGANI PUGLIA   Onlus

ATO:Puglia@excite.it






 

 

 

 

 

NUOVO FARMACO ANTIRIGETTO: RISULTATI INCORAGGIANTI PER IL RENE


Una nuova molecola antirigetto somministrata dopo un trapianto di rene é risultata promettente nel migliorare il funzionamento dell'organo trapiantato, in uno studio clinico comparativo internazionale pubblicato sull'ultimo numero del New England Journal of Medicine. 

Per il trattamento antirigetto dopo trapianto di organi si utilizzano, ormai da una trentina di anni, potenti farmaci come la ciclosporina A e il tacrolimus, con rischi di tossicità renale che può portare anche all'insufficienza renale cronica, qualunque sia l?organo trapiantato. Lo studio è stato condotto su 218 pazienti, 73 dei quali trattati con la ciclosporina (gruppo di controllo) e gli altri con belatacept, nuova molecola sviluppata da Bristol Myers Squibb, somministrata in perfusione tutti i mesi o ogni due mesi.

Dopo un anno di trattamento, i risultati hanno dimostrato che la funzione renale dei malati era significativamente migliore nel gruppo trattato con il belatacept, ed è stata osservata una riduzione della frequenza di nefropatie croniche da allotrapianto, prima causa di disfunzione cronica dei trapiantati renali. I risultati ottenuti sono molto incoraggianti - commentano i ricercatori - e aprono una nuova via terapeutica nei trapianti d'organo e per il trattamento di molte malattie autoimmuni.

TRAPIANTO COMBINATO FEGATO PANCREAS

All'Ospedale milanese di Niguarda e' stato eseguito per la prima volta in Italia un trapianto combinato di fegato e pancreas. L'intervento e' stato fatto su un paziente di sesso maschile 43enne affetto da cirrosi epatica criptogenetica e diabete mellito insulino-dipendente.

Ne ha dato notizia lo stesso Ospedale. Il paziente, ormai in fase di insufficienza epatica conclamata, assumeva insulina da quando aveva 20 anni.

Le sue condizioni cliniche lo costringevano a continui ricoveri per l'encefalopatia dovuta alla malattia epatica e per il trattamento della retinopatia e della neuropatia dovute al diabete scompensato. L'intervento di trapianto combinato e' stato eseguito dal Dott. Lucia no De Carlis, responsabile dell'Unita' Operativa di Trapianti del Fegato e dal Dott. Cosimo Vincenzo Sansalone responsabile dell'Unita' Operativa dei Trapianti di Rene e Pancreas. I due organi trapiantati sono stati prelevati dallo stesso donatore, un uomo deceduto in un ospedale lombardo e segnalato al Centro di Niguarda dal Nord Italia Transplant. 

Il decorso postoperatorio nella Terapia Intensiva diretta dal Dott. Andrea De Gasperi e' stato regolare, con normale ripresa funzionale degli organi trapiantati. Le condizioni generali del paziente, ormai in via di dimissione, vengono finite ''buone, con normalizzazione di tutti i parametri inerenti la funzionalita' epatica e del pancreas''. Questo tipo di trapianto combinato prevedeva la sostituzione del fegato malato e il trapianto del blocco duodeno-pancreatico. Il trapianto del pancreas in toto in alternativa alle procedure già utilizzate di trapianto di insulae pancreatiche - spiegano i sanitari - e' tecnicamente molto più complesso ma presenta il vantaggio di un perfetto controllo della glicemia protratto nel tempo e di un maggiore controllo delle complicanze correlate alla malattia diabetica. Questa complessa procedura e' stata resa possibile dalla vasta esperienza maturata dalle equipe chirurgiche e anestesiologica e dall'impegno dell'Azienda Ospedaliera Niguarda Ca' Granda nel campo dei trapianti d'organo''.

A Niguarda si effettuano ogni anno 70 trapianti di fegato e 15 trapianti combinati di pancreas e rene.

FONTE: AIDO NAZIONALE.

PRIMO INTERVENTO A CUORE APERTO E TORACE CHIUSO.

ROMA - Per la prima volta al mondo un intervento chirurgico a cuore aperto e' stato eseguito senza aprire il torace e senza anestesia generale: si tratta del più recente traguardo della cardiochirurgia mini-invasiva, basata sull'uso dell'endoscopia.

L'intervento e' stato eseguito presso la cattedra di cardiochirurgia dell'università di Brescia, dal gruppo del cardiochirurgo Claudio Muneretto, su una donna di 39 anni portatrice dalla nascita di un difetto congenito del setto che separa il ventricolo destro dal sinistro.

''Siamo molto soddisfatti - ha detto Muneretto- perche' non si riteneva possibile intervenire a cuore aperto senza anestesia e a torace chiuso''.

Dopo avere praticato alla paziente una particolare anestesia epidurale alta per sopprimere qualsiasi stimolo doloroso, i chirurghi hanno praticato un piccolo foro nel torace attraverso il quale far passare una piccola telecamera e particolari strumenti endoscopici.

Raggiunto il cuore, i chirurghi hanno corretto con successo la malformazione, chiamata difetto interatriale. La paziente e' rimasta sveglia, perfettamente cosciente e respirando spontaneamente nelle tre ore dell'intervento.

Tutto si e' svolto senza complicazioni, ha detto Muneretto, e la paziente e' stata trasferita dopo poche ore in reparto, da dove sarà dimessa nelle prossime 48 ore.

Con la cardiochirurgia tradizionale per lo stesso intervento sarebbero state necessari da sei a 12-13 giorni di ricovero.

 

FONTE:ANSA



Torna a ato 2005

ritorna alla pagina principale