GUIDA AL TRAPIANTO DI FEGATO
EDIZIONE 2002

Associazione Trapiantati Organi Onlus

Bologna

IL RIGETTO

Il nostro organismo riconosce come "estraneo" il fegato trapiantato e come tale prova a distruggerlo attraverso un processo chiamato rigetto. Oggi il rigetto non rappresenta più uno fra i problemi principali dei pazienti dopo il trapianto di fegato, tanto che solo un quarto circa di loro ne presenta un episodio. Inoltre, la stragrande maggioranza di questi pazienti soffrirà di questo episodio durante il ricovero in ospedale, subito dopo l’intervento. Il rigetto insorge infatti più frequentemente nelle prime due settimane dal trapianto; in seguito la possibilità di avere nuovi rigetti si riduce con l’aumentare dei giorni trascorsi dall’intervento. Episodi di rigetto possono comunque insorgere in qualsiasi momento della vita di un paziente trapiantato.

Nella grande maggioranza dei casi l’insorgenza di un rigetto viene rilevato dai medici semplicemente analizzando gli esami di laboratorio che i pazienti eseguono con periodicità, sia durante la degenza che dopo la dismissione. In questi casi il paziente può anche non avvertire l’insorgenza di alcun disturbo.

In pochi casi invece il rigetto può dare origine a diversi tipi di sintomi. Per questo motivo è opportuno che il malato conosca quali sono i segni ed i disturbi causati dal rigetto. I più comuni sono:

1 - Astenia (stanchezza, debolezza)

2 - Sonnolenza

3 - Febbre

4 - Tensione addominale

5 - Feci di colorito più chiaro

6 - Urine di colorito più scuro

7 - Colorito giallastro delle sclere e della cute

8 - Alterazione degli esami di funzionalità epatica

Se un paziente trapiantato di fegato dovesse sviluppare uno o più di questi sintomi è opportuno che contatti il suo medico di famiglia o che chiami la Segreteria dell’Ambulatorio del Centro Trapianti ai numeri

051 / 63.64.184, oppure al 051/ 63.64.187.

Il rigetto può essere di diversi gradi, da lieve a severo. Nella maggioranza dei casi il rigetto lieve è facilmente controllato se trattato prontamente; spesso è necessario eseguire una biopsia epatica per ottenere la certezza istologica definitiva della presenza del rigetto. La biopsia epatica, la cui esecuzione spesso terrorizza il paziente prima del trapianto, é un esame di facile esecuzione e nel paziente trapiantato é praticamente indolore per l’assenza di innervazione del nuovo fegato. Qualora un episodio di rigetto richieda la somministrazione di medicine, è necessario il ricovero per l’esecuzione dell’opportuna terapia, che varia a seconda della gravità del rigetto ma che richiede comunque alcuni giorni di permanenza in ospedale.


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