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  Età massima del donatore nel trapianto di polmone, criteri troppo restrittivi?

31/07/2013. Uno studio americano sollecita di rivedere le linee guida.

Le patologie polmonari costituiscono la quarta causa di morte negli Stati Uniti con circa 200.000 morti ogni anno e un numero sempre più alto di pazienti in lista d’attesa per ricevere un trapianto di polmone. Le linee guida in materia sono piuttosto selettive anche nei confronti dei potenziali donatori in considerazione del fatto che le caratteristiche del donatore influiscono significativamente sugli outcome di questo tipo di trapianto. Una delle raccomandazioni più discusse concerne l’età massima del donatore che secondo gli esperti non dovrebbe eccedere i 55 anni. 


In realtà molte strutture americane disattendono questo criterio optando per un allargamento del pool di donatori. Una review pubblicata su The Journal of Heart and Lung Transplantation affronta nuovamente l’argomento. Gli autori della ricerca hanno preso in esame lo United Network for Organ Sharing (UNOS) database per identificare i pazienti adulti sottoposti a trapianto di polmone negli Stati Uniti tra il 2000 e il 2010. Venivano selezionati 10.666 riceventi con un follow-up mediano di 3 anni (range: 0-10 anni). I pazienti venivano quindi stratificati in 4 gruppi in base dell’età del donatore: da 18 a 34 anni (gruppo di riferimento ), da 35 a 54 anni , da 55 a 64 anni, e 65 anni.

Con riferimento ai donatori la principali differenza tra più giovani e i più anziani riguardava la causa di morte che nei più giovani era principalmente di natura traumatica mentre nei secondi era più spesso imputabile a eventi cardiovascolari o cerebrovascolari. Tra i 4 gruppi di riceventi il trapianto non risultavano, invece, differenze statisticamente significative in termini di indicazioni al trapianto, punteggio d’allocazione d’organo (LAS) e incidenza di bronchiolite obliterante.

I risultati dello studio evidenziavano per i riceventi organi da donatori più anziani una degenza post trapianto mediamente più lunga (+ 2 giorni). Non si riscontrava invece una più alta incidenza di complicanze quali deiscenza anastomotica bronchiale, insorgenza di insufficienza renale con ricorso alla dialisi o ictus. I tassi di sopravvivenza a 30 giorni erano similari nei diversi gruppi di riceventi. L’utilizzo di donatori di età compresa tra i 55 e i 64 anni non risultava essere un fattore di rischio incidente sulla mortalità a 1 (odds ratio, 1,1; p = 0,304) o a 3 anni (odds ratio, 0.923; p = 0.571) nel confronto con il gruppo di riferimento. Il ricorso a donatori di età 65 anni era invece associato a un incremento della mortalità sia a 1 che a 3 anni (odds ratio, 2,8 e 2,4, p < 0,02). I ricercatori ritengono che, sebbene il trapianto di polmone da donatori più anziani richieda una maggiore sorveglianza, il limite di età posto dalle linee guida sia troppo restrittivo e vada quindi riconsiderato sulla base di quanto emerso.

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