LA NOTIZIA
Il neurochirurgo italiano Sergio Canavero in un'intervista esclusiva
rilasciata al settimanale “Oggi” (vedi allegati) ha dichiarato che “tra
un paio di anni saremo in grado di effettuare un trapianto di testa”. Si
tratta di un progetto pubblicato sulla rivista Surgical Neurology
International (vedi allegato) e battezzato Heaven/Gemini, ovvero Head
Anastomosis Venture with Cord Fusion), nome che indica la possibilità di
fondere due diversi tratti di midollo spinale, quello di un corpo
donato, col moncone nel collo del soggetto ricevente.
Il donatore della testa e il candidato ideale per riceverlo sono
rispettivamente “un individuo che ha purtroppo perso la vita per un
trauma cranico puro, senza lesioni sostanziali a carico degli altri
organi - spiega Canavero - o chi ha subito un ictus fatale; e (il
ricevente) una persona affetta gravemente da una malattia neuromuscolare
degenerativa o un soggetto tetraplegico”. E' possibile ricostituire la
continuità del midollo spinale, il vero punto cruciale dell'impresa,
spiega Canavero, con speciali materiali chimici (chiamati fusogeni o
sigillanti di membrana) che sarebbero in grado di ripristinare
l'integrità di un nervo tagliato. Le sperimentazioni in laboratorio
condotte nel mondo dal 1999 a oggi ne indicano l'efficacia in tal senso.
Fin qui le argomentazioni tecnico-scientifiche.
Il progetto ha già scatenato polemiche e nei prossimi giorni certamente
si aprirà anche un dibattito etico di proporzioni planetarie: perche'
HEAVEN pone in pratica le basi per allungare la vita umana. “La societa'
dovrebbe gia' cominciare a pensare al modo per regolamentare questa
procedura”, riflette Canavero, “prima che un intervento rivoluzionario,
progettato per fornire una terapia radicale a malati profondamente
sofferenti, diventi una pratica spregiudicata nelle mani di chirurghi
senza scrupoli”. E per dimostrare la validita’ dei suoi studi, cerca un
finanziamento – 10 milioni di euro – per completare la ricerca. “Spero
che l’Italia decida che questo progetto vale la spesa”, sottolinea
Canavero, che respinge anche le accuse di chi sostiene che la pratica
sia illegale. “Lo e’ trapiantare un cervello – spiega – ma questo e’ un
trapianto di corpo, una donazione multiorgano. Non e’ quindi vero che si
tratta di una pratica illegale”.
LA LEGGE
Legge 1 Aprile 1999, n. 91 - LEGGE QUADRO (G.U. n. 87 del 15 aprile
1999)
Disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e di
tessuti.
Capo II - Art. 3 (Prelievo di organi e di tessuti)
[...]
Comma 3
É vietato il prelievo delle gonadi e dell’encefalo.
[...]
LE REAZIONI
Alessandro Nanni Costa
Direttore del Centro Nazionale Trapianti
“La legge sui trapianti vieta quelli del cervello e degli organi
genitali. È una questione di buon senso. Si tratterebbe di trapianti di
strutture assolutamente complesse, di cui ancora ignoriamo tante cose.
Atteniamoci alla sfera della realtà”.
Giulio Maira
Direttore dell'Istituto di Neurochirurgia dell'Università Cattolica
“Ad oggi è pura fantascienza. Sono molto scettico soprattutto perché
siamo lontanissimi da un trapianto di midollo che funzioni. Ci sono
problemi tecnici enormi soprattutto perché è complicatissimo trapiantare
un midollo: abbiamo difficoltà enormi anche in casi di trauma midollare,
figuriamoci con un trapianto di testa. Secondo me non si dovrebbero
alimentare illusioni, le notizie scientifiche vanno date con correttezza
e chiarezza, senza annunci choc privi di riscontri”.
Gilberto Corbellini
Storico e filosofo della scienza dell'Università La Sapienza di Roma
“Trapiantare la testa di una persona sul corpo di un altro è qualcosa di
inverosimile dal punto di vista tecnico-scientifico e non plausibile dal
punto di vista biologico, perché il cervello di una persona non
funzionerebbe sul corpo di un'altra. Inoltre la persona sta nel cervello
quindi eventualmente avrebbe più senso parlare di trapianto di corpo.
Per di più, siccome il cervello si struttura in funzione del corpo su
cui si sviluppa, è capace di controllare solo quel corpo che gli ha
consentito di svilupparsi. Quindi non sarebbe sintonizzato sull'anatomia
di un nuovo corpo. Trapiantare un corpo a una testa ha lo stesso valore
che tenere un cervello artificialmente in vita. Da un punto di vista
etico il problema è consentire alla persona, se vuole, di mantenersi in
vita attraverso il mantenimento in vita del suo cervello,ma stiamo su un
piano fantascientifico. Prima che un problema etico vedo un'idea
sbagliata sul fatto che il cervello di qualcuno possa controllare il
corpo di un altro individuo. Il cervello ha una sorta di mappa del corpo
che controlla, quindi non si sa cosa avvertirà nel suo nuovo corpo,
probabilmente non avvertirà nulla”.
Francesco Di Meco
Direttore del Dipartimento di Neurochirurgia dell'Istituto
Neurologico “Carlo Besta” di Milano
“É molto improbabile che si arrivi a breve a eseguire un trapianto di
testa, che abbia una sua efficacia funzionale. Mi sembra un progetto
estremamente complesso tra l'altro con gravi risvolti etici: se
riuscisse sarebbe foriero di risultati straordinari, al limite della
fantascienza. Ma ho forti perplessità' sul fatto che le tecnologie a
disposizione consentano in pochi anni un risultato efficace, anche
perché se così fosse avremo risolto tutti i problemi di lesioni spinali,
le paralisi, sarebbe una svolta da premio Nobel. La vedo assai
improbabile”.
Mario Riccio
Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni e anestesista
presso l’ospedale di Cremona
“Considero una vera bufala la parte dell’articolo anticipato dal sito
della rivista Oggi in cui il neurochirurgo Sergio Canavero ha dichiarato
di essere pronto al primo trapianto di testa. In primo luogo perché non
si tratterebbe concettualmente di trapianto di “testa”, ma esattamente
il contrario: proprio la testa (cioè il cervello, ossia la “persona” )
rimarrebbe la stessa. Eventualmente verrebbe sostituito il resto del
corpo. In seconda analisi, il problema di “riconnettere” il midollo
vertebrale è assolutamente lontano dall’essere risolto. Se fossimo così
vicini si potrebbero guarire le migliaia di para/tetraplegici.
Tali notizie possono creare false speranze nei malati spinali. Insomma un
caso Stamina in neurochirurgia”.
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